IL PORTO
Nel 1824, a seguito delle richieste della marineria lo- cale, in un periodo di incremento del traffico mercantile e di sviluppo di quello peschereccio, il Comune di Molfetta commissionò la costruzione di un porto che prevedeva la creazione dei due moli di San Corrado e San Michele e la costruzione del faro.
I lavori iniziarono nel 1844. Nel 1882, a seguito dell’incremento del flusso commerciale, fu avviato l’ampliamento con- giungendo i due moli e costruendo il molo foraneo.
Nel 1890 fu costruito il molo Pennello e nel 1951 fu iniziata la diga Salvucci, tra Cala S. Giacomo e il santuario della Madonna dei Martiri.
IL DUOMO DI SAN CORRADO
La chiesa, eretta tra XII e XIII secolo, in stile romanico pugliese, è dedicata al patrono San Corrado di Baviera. La struttura è caratterizzata da tre cupole in asse e due torri, una campanaria e l’altra d’avvistamento. L’abside, secondo un sistema tipico pugliese, è chiusa da un muro continuo interrotto da una finestra con decorazione a caratteri cufici e leoni stilofori. Archi ciechi si in- trecciano in un motivo di gusto arabo.
Le cappelle laterali risalgono al XV-XVI secolo. L’interno è suddiviso in tre navate, quella centrale è coperta da tre cupole di diversa altezza: la più antica e decorata è sul transetto.
I capitelli dei quattro pilastri cruciformi sono scolpiti con caratteri zoomorfi, antropomorfi e vegetali. Risalente al XII secolo, l’acquasantiera, detta del saraceno, è posta a destra dell’ingresso meridionale.
Un altorilievo in pietra detta del Redentore, del XIII secolo, fa da base all’altare
TORRIONE PASSERI
Sul finire del Quattrocento e nei primi decenni del secolo successivo, innovazioni nel campo dell’artiglieria crearono l’esigenza di intervenire sulle strutture difensive delle città per renderle adatte alle nuove armi da fuoco: le mura medievali furono abbassate e rese più spesse e furono protette da torrioni, non più quadrati ma cilindrici, o da baluardi a punta di lancia. Nel 1512 anche Molfetta avviò il potenziamento delle fortificazioni e l’Università fece erigere «il torrione per la difesa della città nella banda del mare Passaro». La zona era denominata in questo modo già dal 1417 così come si evince da alcuni documenti e Passari è il nome dalla potente famiglia che abitava nelle vicine case sul mare. La costruzione del torrione cilindrico, destinato ad accogliere i pezzi d’artiglieria, aveva lo scopo di rendere più sicura una città che il mare non bastava più a proteggere. Ma già un decennio più tardi la torre si rivelò insufficiente a difendere Molfetta, come dimostrò l’assalto francese dal mare che, nel 1529, portò al Sacco della Città. Il Torrione ha subito nel tempo vari danneggiamenti, causati soprattutto dalle ma- reggiate. Il Torrione Passari è oggi una delle più belle e visitate fortezze a mare della costa adriatica pugliese, inserita in un contesto urbano di impianto medie- vale che da alcuni anni, grazie a un consistente processo di risanamento edilizio, a nuove scelte di politiche culturali e turistiche e a una dinamica imprenditoria legata all’accoglienza turistica, attrae flussi di visitatori sempre più consistenti.
SALA DEI TEMPLARI
I Cavalieri Templari sono attestati a Molfetta dal 1148.
Tra i vari possedimenti era presente una chiesetta, non più esistente, dedicata a San Nicola e degli edifici nella zona dell’attuale Piazza Municipio.
Parte di queste costruzioni è la Sala dei Templari, composta da due gallerie oggi utilizzate come sala espositiva per mostre di arte.
Durante i lavori di restauro del 2003, sotto la pavimentazione sono stati ritrovati i resti di edifici precedenti.
CHIESA DI SANTO STEFANO
Ricostruita e ampliata nel XVI secolo, sul duecentesco nucleo originario, la chiesetta, sede dell’Arciconfraternita di S. Stefano o del sacco Rosso, si caratterizza per le due cupole in asse e il rivestimento maiolicato del piccolo campanile.
All’interno sono custodite le statue lignee cinquecentesche dei cinque Misteri, condotte in processione il Venerdì Santo e le tele: Madonna dei Martiri con i santi Liborio e Irene e San Marco Evangelista di Nicola Porta, allievo di Corrado Giaquinto, e Madonna del Carmine con l’Arcangelo Raffaele e Tobia di Corrado Giaquinto.